LICEO DE ANDRE’: ANCHE QUI IL BULLISMO E’ UN PROBLEMA? IL PARERE DELLA DIRIGENTE

Velia Bianconi, Tea Mazreku

Bullismo nel nostro liceo: un problema concreto o,  per ora, solo una questione da affrontare per prevenirla? Lo abbiamo chiesto alla dirigente scolastica del nostro liceo, la dottoressa Rita Venuti.

Fino ad oggi e che Lei sappia, ci sono stati casi di bullismo a scuola?

Non ci sono state situazioni importanti su cui intervenire in maniera massiccia. Ci sono state invece situazioni in cui il clima di classe poteva portare a episodi di bullismo. Per esempio si sono verificate occasioni nelle quali alcuni ragazzi manifestavano sofferenza perché si sentivano esclusi dal gruppo classe. In questi casi i docenti hanno subito individuato e fermato il pericolo. Inoltre, nelle nostre classi, c’è un buon ambiente e laddove un individuo in altri contesti potrebbe assumere comportamenti da bullo, qui non trova  terreno fertile.

Nel corso degli anni queste situazioni a cui si riferisce sono aumentate o diminuite?

Purtroppo tendono ad aumentare le situazioni di tensione in classe, che potrebbero sfociare in episodi di bullismo.

Perché sono state realizzate delle iniziative anti-bullismo e che riscontri hanno avuto?

Noi stiamo portando avanti due progetti: il primo relativo al bullismo e il secondo al cyber bullismo, altro aspetto importante dove il controllo è molto più difficile. Queste iniziative sono obbligatorie per legge. In ogni caso noi le faremmo lo stesso, perché ci crediamo. Io mi auguro che abbiano dei buoni risultati, anche se mi sembra che li stiano già avendo (almeno nei casi di bullismo), poiché in alcune situazioni il clima di classe migliora.

Come dovrebbe comportarsi chi dirige una scuola in queste situazioni?

Il dirigente scolastico dovrebbe comportarsi in modo preventivo, favorire i progetti, aiutare gli insegnanti, appoggiarli quando ci sono perplessità o preoccupazioni, esserci per gli studenti e i loro genitori, i quali devono sapere che il preside è sempre disponibile ad ascoltarli. In veri e propri casi di bullismo, il dirigente deve intervenire immediatamente, convocando i genitori e il bullo. Il bullo deve sapere che è stato scoperto, la vittima deve sapere che non è sbagliata, ma sta subendo qualcosa che non doveva subire e non è sola.

In che modo dovrebbero comportarsi i docenti, il personale ATA e i genitori? Come si sono comportati in passato?

I professori e il personale ATA devono essere molto attenti alle dinamiche all’interno delle classi, rendersi SEMPRE disponibili all’ascolto, soprattutto i collaboratori scolastici, che sono più facilmente raggiungibili dai ragazzi. In molte situazioni infatti i bidelli sono stati molto preziosi per poter individuare il problema.

I genitori di chi subisce devono essere molto attenti a quello che succede a casa, capire se c’è qualcosa di diverso, ascoltare i figli e fidarsi della scuola. Il ruolo dei genitori del bullo, invece, è più difficile, poiché fanno fatica ad accettare la situazione, che mette in discussione le loro capacità genitoriali. E’ giusto che un genitore difenda il proprio figlio, però bisogna avere un minimo di fiducia verso l’adulto che ti chiama e dice che tuo figlio si sta comportando in maniera scorretta. Capita sempre più spesso che i genitori non riconoscano lo sbaglio dei figli e li difendano su tutta la linea.

Infine, è importante che, vicino alla vittima e al bullo, ci siano degli adulti (i genitori, i docenti e il personale scolastico), che collaborino per risolvere il problema.

Ci sono delle iniziative anti-bullismo per i genitori?

Tra le iniziative che presentiamo ai genitori non abbiamo ancora affrontato questo tema, ma abbiamo intenzione di proporlo presto.

A seguito di questa intervista, siamo quindi felici di frequentare una scuola in cui c’è un clima sereno, grazie all’attenzione da parte di tutti verso queste problematiche.

Velia Bianconi, Tea Mazreku

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