L’INEFFICIENZA DEI MEZZI DI TRASPORTO

di Giorgio Bresciani

Sempre più persone si lamentano dei mezzi di trasporto che non funzionano. Al centro dell’insoddisfazione l’inefficienza e i costi troppo elevati e, nonostante questo continuo disappunto, non si registrano miglioramenti. Eppure le Regioni ricevono dallo Stato circa tre miliardi e 900 milioni di euro all’anno per il trasporto pubblico, come si può dedurre da uno studio effettuato dalle Ferrovie dello Stato. Chi si lamenta lo fa in particolar modo a causa dei ritardi di autobus e treni. Un problema che non riguarda solitamente le metropolitane, ritenute dagli utenti più affidabili. Ritardi reputati ingiustificati, visti i costi elevati dei biglietti, che dovrebbero invece garantire un servizio più efficiente. Le aziende che gestiscono i trasporti scaricano le colpe sui tagli ai fondi, ma in realtà il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti afferma che nel 2019 non ci sia stato alcun taglio dei finanziamenti. Un problema che pare non essere di facile soluzione, visto che si presenta puntualmente ogni anno. Oltre a ciò, in questi ultimi anni è diminuita la domanda nei confronti dei mezzi di trasporto, anche se rimane comunque alta e soprattutto quella degli autobus, che in tutta Italia vengono usati maggiormente nonostante siano i più inefficienti. Sempre nello stesso studio emerge che le metropolitane invece sono il mezzo di trasporto migliore, perché trasportano più persone, più in fretta, inquinano meno e non intasano il traffico. Il fatto è che questa inefficienza non porta danno ai singoli cittadini, ma anche all’ambiente, perché coloro che si affidano malvolentieri ai trasporti pubblici potrebbero invece preferire l’automobile, che inquina di più. In Italia questo problema poi è sentito maggiormente, perché siamo il paese più “arretrato” dell’Europa sotto questo punto di vista: ne sono una prova gli investimenti in questo settore e le innovazioni che si portano, che sono in numero molto minore rispetto ai paesi come l’Olanda, che punta molto su ciò. Chi se ne dovrebbe preoccupare al massimo pone come impegno vago e sempre disatteso quello di diminuire gli sprechi entro quest’anno, in modo da zittire chi non ne può più. Quindi sembra che toccherà a noi cittadini trovare una risposta a questo quesito irrisolto da anni, e la soluzione più praticabile pare di essere quella di copiare i nostri “compagni” europei che investono molte più energie e risorse nei servizi di trasporto pubblico. In Italia, perlomeno, i mezzi pubblici sono molto più sicuri rispetto ad altri paesi come Germania, Polonia e Ungheria, dove le morti annue per incidenti ferroviari superano le 200 unità, come dimostrato da uno studio portato avanti dall’Ufficio Statistico dell’Unione Europea. Un’ altra soluzione al problema potrebbe essere quella di investire in altre forme di mobilità sostenibile, come ad esempio il car sharing, ovvero la condivisione di un’auto tra più persone, che sicuramente gioverebbe all’ambiente in quanto ridurrebbe la circolazione, agevolando quindi il traffico degli altri mezzi pubblici. Questo innovativo modo di spostarsi sta già iniziando a prendere piede, ma per far sì che diventi una risposta al problema bisognerebbe che si diffondesse non solo nelle città, ma anche nei paesi, in modo che diventi una consuetudine utilizzarlo. Quindi, tornando alla questione dell’inefficienza, la risposta deve venire da noi cittadini, perché lo Stato, non avendo interessi economici nei trasporti pubblici, che non fruttano guadagni, non si sforzerà mai di trovare una soluzione concreta.

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