Gli uomini che hanno paura delle donne. Alla scoperta dell’antifemminismo

a cura di Filippo Bertocchi e Laura Zani

Il movimento femminista è sempre più in crescita. L’8 marzo 2019, annuale appuntamento con la Giornata Internazionale della Donna, a manifestare erano sei milioni di persone tra Italia, Spagna, Argentina, Cile, Regno Unito, Belgio e Germania, come riporta un articolo de ‘’il Post’’. Le idee portate avanti in queste manifestazioni sono state poi criticate e definite estremizzazioni da gruppi di uomini che si sono agitati nel mondo del web. Le basi di questi gruppi di uomini sono state gettate negli Stati Uniti e le loro idee sono state presentate nel film “The Red Pill”. Questo documentario del 2016 è stato diretto da una regista femminista Cassie Jaye, che ha voluto esplorare il mondo di questi uomini che ‘’lottano per i loro diritti’’.

Ma la domanda è: “Cos’è l’antifemminismo?”. L’antifemminismo è un movimento che nacque alla fine del XVIII e all’inizio del XIX secolo anche in Italia e che si oppose alle prime richieste femministe, ad esempio il suffragio universale e la parità dei salari, come spesso ci viene raccontato dalle nostre nonne. Durante la Seconda Guerra Mondiale, con l’ideologia fascista ormai sovrana, gli obblighi della donna vennero strumentalizzati in forma propagandista al fine di instaurare una supremazia maschile e i suoi compiti limitati alla cura della casa e della famiglia. Con la fine della guerra l’esplicito antifemminismo si poteva però dire ormai pressoché estinto: le donne poterono iniziare a votare, assunsero una maggiore indipendenza staccandosi un po’ dalla casa. Nel 1970 a Roma venne fondato il periodico “Rivolta femminile”, simbolo di rinascita del movimento femminista.

Purtroppo ad oggi abbiamo constatato l’esistenza di diversi siti in cui alcuni uomini antifemministi esprimono le loro idee negando l’evidente disuguaglianza tra i due sessi, ma di tutto questo è rimasta traccia solo nelle cache di Google poiché oscurati dopo la nostra ricerca. Gli antifemministi credono che le donne siano persone inferiori al genere maschile e che quindi non debbano avere né privilegi né uguaglianze, ma solo sottomissioni. Leggendo alcuni commenti ci siamo indignati e ci chiediamo come sia possibile che nel 2020 esistano ancora persone convinte della superiorità dell’uomo nei confronti della donna, tanto da costituire veri e propri gruppi denigratori volti ad imporre la supremazia maschile.

Related posts